16 mar 2012

“L’errore fotografico” di Clément Chéroux

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Se il termine Fautographie – errore fotografico – sembra risalire a Man Ray, la pratica, nelle sue molteplici forme, è antica quanto la fotografia stessa. Cancellature e fallimenti, sorprese belle o brutte, détournements, lapsus e pasticci hanno delimitato la sua storia, fecondato le avanguardie, ispirato le teorie piú importanti e le esperienze piú fantasiose, suscitato dibattiti estetici spinosi quanto appassionanti. Secondo Gaston Bachelard «è in forma di ostacoli che bisogna porre il problema della conoscenza scientifica». È questo il modello epistemologico su cui si basa il presente saggio, che scommette sull’errore fotografico come strumento cognitivo: è nelle sue ombre, nei suoi scatti errati, nei suoi accidenti e nei suoi lapsus che la fotografia si svela e meglio lascia analizzare la sua natura.
L’errore fotografico non si avvicina quindi alle fotografie errate con lo spirito con cui Rimbaud si avvicinava ai «dipinti idioti», e neppure difende o esalta ciò che dagli altri è vilipeso, per gusto stravagante o semplice civetteria. Non cede neppure alla tradizione letteraria dell’apologia paradossale, facendone l’elogio. Al contrario, questo piccolo trattato di «erratologia» fotografica, per esteti, storici dell’immagine e curiosi, cerca prima di tutto di circoscrivere i lapsus di quel medium e di comprendere ciò che rivelano, tenendosi a distanza dal semplice museo degli orrori, dalle collezioni che allineano esemplari anomali, sempre a rischio di sconfinare nella teratologia.
Unendo a serietà, precisione e leggerezza un’erudizione che attinge alla storia delle immagini come alla tecnica dei manuali d’amatore o alle teorie della modernità, Clément Chéroux propone una visita guidata coerente, divertente e riccamente illustrata di questa piccola ma inesauribile galleria degli errori.
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